Succede a Roma, nel quartiere Prati, il 29 giugno 2015: uno stupro ai danni di una ragazzina di 15 anni. Il quartiere è prestigioso, la notte romana pullula di gente che esce per una passeggiata, un drink al massimo e poi tutti a casa. Di lunedì le discoteche sono chiuse, le ferie non sono ancora dilaganti e il martedì si torna a lavorare. Tutto nella norma. Alle 23 lo stupro di una ragazza: una futura donna traumatizzata da parte di un uomo. Non un rom di quelli condannati a priori dagli italiani non vedenti e non coscienti, non un ubriaco di ritorno da una festa alcolica ma un militare della marina, un protettore del popolo, della nazione italiana, un uomo che veste la divisa dell'eroe si è macchiato di un reato impressionate.
Ma lo stupro non è finito. Sono passati già parecchi giorni e la ragazza di 15 anni è ancora sotto tortura. Dalla pagina Facebook Raccolta statistica di commenti ridondanti ecco che spunta fuori una realtà ancora più sconcertante.
"Se le cercata ma non è giusto" scrive uno.
"Basta con questo abbigliamento aderente oppure super corto! Siete anche voi cazzarola" scrive un altro.
E infine "I buoni lo pensano, i cattivi lo fanno".
Ne ho citati solo tre, perché andare oltre avrebbe fatto riproporre un pasto a chiunque conosce il significato del binomio "dignità umana". E allora penso davvero che certe lotte contro la discriminazione non finiscono mai.
Ho conosciuto uomini e donne di colore che fanno una vita di sacrifici per arrivare a fine mese e che lavorano onestamente tornando a casa con la coscienza pulita, quella che scaturisce da una dura giornata di lavoro. Eppure ci sono uomini e donne che li vorrebbero mandare via per un principio che è disumano, perché non è casa loro.
Ho conosciuto donne che si vestono con abiti scollati, che tengono al proprio corpo, che ci tengono ad essere belle e in salute e che allo stesso tempo sono serie, rispettose e degli uomini usa e getta se ne fanno poco. Eppure si crede ancora che se una donna è bella e mostra troppa pelle, allora deve essere considerata come una poco di buono, una di quelle che se si veste in quel modo cerca del sesso facile, con uno conosciuto un'ora prima.
Ho conosciuto omosessuali che vivono secondo le leggi non scritte dell'amore e del rispetto tra partner, che lavorano per il proprio futuro e che la loro sessualità l'hanno sempre tenuta dove è giusto tenerla: in camera da letto. Eppure nonostante il matrimonio gay in America sia legale e Facebook sia stato bombardato da foto multicolore, in Turchia il gay pride è stato fatto sgomberare con idranti e proiettili di gomma.
Ecco, vi propongo un video che mi ha lasciato a bocca aperta, un video che riproduce un Processo per stupro del 1979. Ora riguardate le immagini di prima e trovate le differenze. Ce ne sono? Io non ne ho trovate.
Quanto ancora si dovrà sopportare tutto questo?
Quanto ancora dovrete continuare a stuprare quella ragazzina?
Perché fare certe affermazioni è stupro.
E voi donne, voi che siete le protagoniste di questo scempio, prima di giudicare e dare epiteti squallidi a coloro che condividono con voi il genere, sappiate che anche quello è stupro.
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