giovedì 13 novembre 2014

Tinte blu e Palermo rissosa

Lo dice un famoso proverbio italiano "Il mondo è bello perché è vario". 
Viviamo in un mondo in cui il libero arbitrio ha la meglio sulla maggior parte delle questioni che interessano la vita privata di un individuo. Se vogliamo fare qualcosa siamo liberi di farla, sicuri del fatto che lo facciamo con coscienza, con la sicurezza che delle conseguenze ci saranno e ce ne assumiamo tutta la responsabilità. Queste sono le caratteristiche associate agli individui adulti.
Eppure proprio oggi ho letto due articoli che mi hanno fatto pensare che le conseguenze possono essere alle volte pesanti.
Su Repubblica.it si parla di Anna, una ragazza di 18 anni che a Settembre le è stato chiesto dalla direttrice del suo istituto scolastico di lasciare la scuola per via del suo colore di capelli blu. Anna ora studia da privatista per l'imminente esame di maturità impossibilitata ad accedere nella sua scuola e i suoi genitori hanno dato il via alle pratiche per una denuncia alla scuola. 
Su Palermotoday,it si parla di Davide, un ragazzo di 20 anni che da poche settimane ha deciso di dire ai suoi genitori di essere gay. Davide è stato picchiato e rinchiuso in casa per giorni. Riuscito a scappare dalla prigione in cui era stato costretto a stare dai suoi genitori ha denunciato l'accaduto alle forze armate e ora vive a Catania con la costante paura di essere rintracciato e ucciso. Ad aggravare la situazione sono i parenti di Davide che lo minacciano su Facebook e i compaesani della famiglia che esprimono la loro solidarietà non verso Davide, ma verso quei genitori a cui è capitato un figlio così disgraziato. 
I casi sono molto diversi tra di loro ma come punto in comune: una scelta fatta che è finita in modo spiacevole. Se nel caso di Anna sarebbe da chiarire il fatto che sempre più si sta perdendo la cognizione che in alcuni luoghi è preferibile adottare un certo tipo di costume piuttosto che un altro, nel caso di Davide c'è solo da esprimersi in modo solidale con il ragazzo che ha scelto di essere sincero e di mostrare la sua vera natura a quei genitori che lo hanno messo al mondo.
Essere sé stessi soprattutto per gli adolescenti e i giovani adulti è fondamentale per la crescita e per l'approccio al mondo esterno. Essere sé stessi è positivo in un periodo storico come quello che stiamo vivendo in cui l'omologazione è padrona delle menti. Essere sé stessi è vivere con la consapevolezza di chi siamo e di chi stiamo diventando. D'altro canto essere sé stessi è faticoso perché non tutti vogliono che tu sia, ma vogliono che come loro, tu appaia. Essere sé stessi spaventa ed è per questo che bisogna educare anche gli altri ad accettare: non è così facile essere accettati ma è possibile educare le persone a cui si vuole bene ad accettarti. Trovo inaccettabile il modo in cui sono stati trattati questi ragazzi ma d'altra parte il loro coraggio aveva bisogno di essere appoggiato da un'educazione alla diversità, una di quelle conoscenze che è messa troppo in disparte nell'educazione da parte della scuola e delle famiglie mentre per situazioni del genere aiuterebbe a diminuire questi brutti episodi di alienazione della personalità.

"Il principale compito dell'uomo nella vita è dare alla luce sé stesso."
Erich Fromm, L'arte di amare, 1956

























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