Anche gli uomini primitivi probabilmente se la prendevano con l'amore. Ci sarà da qualche parte una grotta con la rappresentazione di un cuore spezzato, di una donna con scritto "Stronza" e di un uomo con scritto "Bastardo". Nel loro linguaggio cuneiforme naturalmente.
A scuola si studia l'epica greca e quella cavalleresca, poi Dante e Petrarca e si arriva fino a Sparks e alla letteratura contemporanea. L'insieme completo dei cuori infranti che hanno dovuto scrivere su carta o su word quando stavano male. Escluso Sparks e i suoi colleghi contemporanei, tutto il resto non soffriva di turbe psichiche associate a profili Facebook e a doppie spunte blu.
Loro si limitavano a soffrire, a stare male e buttare il dolore sulla carta. Penso che l'inchiostro sia stato l'arma più temibile della fine di una relazione amorosa fino a 20 anni fa. Poi ci sono stati gli sms, messanger e ora tutto il corredo completo di social network e applicazioni che ti permettono di stare male e dirlo ad alta voce.
Effettivamente i rapporti se non sono funzioni biunivoche perdono di significato. E se poi sono funzioni biunivoche, c'è l'unione dei due insiemi e la loro intersezione funziona, allora tutto va per il meglio. Il dramma esce fuori quando l'intersezione crea un insieme vuoto: non c'è più nulla in comune, nulla che leghi le due anime. La storia è trita e ritrita, le reazioni del genere umano d'altro canto, sono sempre più sorprendenti.
C'è chi inizia lo stalking maniacale: si trova "per caso" nel luogo frequentato dall'amat*, consulta i suoi profili social e maledice ogni elemento di sesso opposto che si avvicina alla sua proprietà, ormai ex ma la mente di chi è reduce dalla fine di una storia spesso non riconosce il valore del possesso.
Poi c'è chi si da alla prostituzione nelle discoteche: il lui o la lei che con l'atteggiamento più infantile del mondo, vanno a ballare e come minimo si baciano mezza discoteca, appena vedono un fotografo scoprono la scollatura o sbottonano la camicia pur di essere immortalati come sexy prede che potrebbero rimorchiare persino il Dalai Lama. Il risultato di quelle sere sono delle foto orribili, un herpes e un elemento vivente che pensa che ci possa essere qualcosa dopo il bacio da ubriachi in discoteca. Per i meno fortunati ci saranno anche macchie di vomito sui vestiti e sulle scarpe che ti ricorderanno quanto sei sceso in basso.
Infine ci sono i discepoli di Bridget Jones, quelli con l'Ipod attivo ogni momento della giornata, con gli occhiali scuri tatuati per coprire le serate passate sul divano vestiti con un pigiama anti-stupro, avvolti da una coperta di pile e circondati da carte di caramelle, biscotti e bottiglie di vino finite. Questa categoria la preferisco: nella disperazione sanno rallegrare gli amici.
Ognuno di noi sfoga il suo dispiacere per la fine di una storia in un modo tutto suo, basta che la delusione venga sfogata in un modo sano, di quelli che non fanno pensare a l'altr* che ha fatto bene a lasciarci andare. Siamo esseri umani, persone con dei sentimenti e con delle emozioni e più vengono messe a tacere più ci si fa del male.
E poi c'è un lato positivo in tutta la faccenda: essere single ha dei grandi vantaggi. Uno di questi? Affermare la propria indipendenza e scoprire che siamo più forti di quanto mai avremmo potuto pensare di noi stessi. Questa è una gran cosa.
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