Expo è il tema caldo del 2015: non c'è Miss Italia che tenga, Lisa Fusco o Ignazio Marino.
Se si pensa all'Italia nel 2015 si pensa assolutamente ad Expo e nonostante io non volessi andare per mie motivazioni sull'etica del lavoro, ho avuto la bella opportunità di andarci e vedere cosa è realmente Expo.
Expo ti meraviglia già al primo step, il Padiglione Zero. Monumentale, ben costruito e istruttivo come pochi. Si è parlato di obesità, di fame nel mondo, di spreco di cibo, di mal nutrizione, di catastrofi naturali e dello sbagliato consumo degli alimenti. In questo Expo eccelle: esci da un padiglione e una piccola analisi di coscienza te la fai, guardi i dati sulla fame del mondo e ti rendi conto di quanto tu sia fortunato a essere nato nel lato giusto della Terra e infine guardi la montagna di rifiuti di cibo sprecati ogni giorno e il pensiero a quando hai fatto scadere lo yogurt ti torna in mente.
Expo è stata costruita da artisti perché esteticamente è tutto molto bello: le luci, i colori, le idee creative per poter dare una forma e un'impronta stilistica ad ogni Padiglione hanno dello straordinario.
E poi Expo è istruttiva solo per il semplice fatto che in quei metri quadri c'erano persone provenienti da tutto il mondo, persone disposte a parlare, a condividere, a raccontarsi.
La pecca di Expo è che non è riuscita a gestire un numero tanto grande di persone, la grazia artistica compensa il disagio organizzativo. Non è solo il gran numero di persone che provoca disagio, è anche l'assenza di luoghi di ristoro pubblici, di assistenza alle persone anziane e di assenza di personale che possa dare informazioni a questa massa di persone che è lì, nella confusione più grande, presa dalla vista di così tante attrazioni ma senza riuscire a gestire un itinerario perché una volta entrato sei abbandonato a te stesso.
Certo, è un evento di dimensioni enormi, di un'importanza enorme e che regala valore all'educazione, un'esperienza di certo da fare, ma che perde, a mio parere, di credibilità nel momento in cui l'assistenza alle persone è pari a zero. Io sono fortunato perché ho forza e giovinezza dalla mia parte ma penso invece a tutte quelle persone anziane lasciate a loro stesse, senza un minimo di aiuto da parte dello staff Expo.
C'è una frase del Padiglione Irlanda che mi ha fatto riflettere e dice che "La Terra non è nostra, è in prestito per renderla migliore per i nostri figli. La Terra non sarà loro perché dovranno curarla per chi dovrà venire."
Ecco, non dimentichiamoci di chi l'ha curata per noi!
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