martedì 6 ottobre 2015

Il compromesso di chi ha fame

La #MilanoFashionWeek è finita e la vita, a Milano, è tornata alla normalità.
Niente più abiti eccentrici per le strade.
Niente più fashion blogger di bassa lega.
Niente più aspiranti modelle e modelli che spingono davanti ai cancelli dove ci sono le sfilate.
Niente più.
E meno male!

Ora ci si prepara all'inverno: bisogna capire che posti frequentare, chi conoscere, cosa bere, dove mangiare. Perché Milano non è solo una città, Milano è una continua ricerca di possibilità e le possibilità si agguantano secondo i canoni della moda: unconventional.

E per le serate in cui non c'è nulla da fare? Quelle in cui non hai programmi?
Ecco, si ricominciano a divorare libri, film, telefilm, a comprare pacchi di Ciobar, a seguire reality show e a chiamare il servizio d'asporto. 
E poi torna il weekend, il business, la corsa.
E il tutto continua, settimana dopo settimana fino alla prossima week degna di nota.

Ed è in questo periodo di quiete che ci si può fermare un attimo e pensare ai massimi sistemi della vita. E visto che in questi mesi di trasloco e burocrazia non ho avuto molto tempo per pensare, seduto ora sul divano della nuova casa mi è balzato in mente un argomento che interessa tutti coloro che hanno dei sogni.
La parola del giorno è compromesso.

Che poi non è la parola del giorno, sembra essere quella della vita dopo la maggiore età. Prima del grande passo verso la responsabilità civile si vive di puro istinto, di azione, quella pura, quella senza conseguenze ponderate. Poi tutto diventa più serio, più adulto, più responsabile e ci si deve ricordare, di tanto in tanto, che la vita va colta con ironia, autoironia, leggerezza, spensieratezza o il carico delle cose da fare, da realizzare, da sfruttare, appesantisce il tutto e non si riesce più a trovare il tempo per guardare le cose per il verso giusto. 

Si, superata una certa soglia, conquistati certi obiettivi e posti altri che necessitano di ancora più intraprendenza e spirito di adattamento, il compromesso sembra essere il nuovo ossigeno. C'è chi accetta i compromessi sul lavoro, sullo stile di vita, sul sesso lasciando però qualche piccola perla ancora per sé, qualche diritto di non accettazione del compromesso. E c'è chi invece vive di compromesso, si mette in gabbia da solo e spera solo che vada tutto bene. Ma non voglio parlare di loro, degli ignavi, voglio parlare degli altri, quelli che li riconosci dalla luce che hanno negli occhi.

Sono loro il nuovo modello che tutti i giovani a me coetanei dovrebbero seguire. Sono quelli che si svegliano al mattino con tanta voglia di fare, di dire, di conoscere. Il tutto alimentato da una sana dose di spirito, fame, voglia di prendere il presente e rivoluzionarlo, di creare un futuro che sia migliore non solo per sé stessi ma anche per chi è a loro fianco, fisicamente e virtualmente. Sono quelli che scendono a compromessi sulle cose poco importanti ma che sulle relazioni hanno deciso che o va come dicono loro oppure la porta è sempre aperta per chi non vuole vivere di emozioni vere. Sono i coraggiosi, quelli che si buttano a capofitto su un progetto, su una relazione, su un sentimento e non se ne vanno finché non si fanno dannatamente male perché sanno benissimo che come si sono alzati in precedenza, si alzeranno anche questa volta e altre cento ancora.

Il compromesso sembra essere l'ossigeno per chi ha fatto scelte importanti nella vita, riuscire a gestirlo, dosarlo e infine accettarlo è di vitale importanza se si vuole arrivare da qualche parte ma quando si parla di emozioni no, in quel caso il compromesso è da escludere perché è solo seguendo la propria natura che si può cedere alla felicità.

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