domenica 28 giugno 2015

Il ruolo dei reclutatori in un'azienda: chi sono, cosa fanno e cosa vogliono.

In passato tutto era più semplice: il lavoro c'era e senza stesure di curricula* e colloqui a puntate si aveva un impiego, uno stipendio e una pensione.
Poi tutto si è complicato: prima la stesura di un curriculum europeo, poi l'invio tramite email, poi la necessità di sapere più lingue e infine la richiesta di esperienza nei confronti di chi vuole lavorare proprio per fare esperienza.
Si, sono tempi duri, soprattutto perché è nata la figura del reclutatore o selezionatore.

Chi è?
In sintesi, è la persona deputata alla scelta del miglior candidato da assumere tra quelli che mandano un curriculum per un posto di lavoro. La scelta avviene tramite delle politiche aziendali che danno le linee guida su chi assumere. Questa figura è molto importante perché è lei che dobbiamo convincere che siamo la persona giusta per il lavoro.


Che cosa fa?
Il lavoro del reclutatore non è semplice perché oramai le aziende hanno bisogno della persona più giusta alle loro esigenze e per trovarla il reclutatore deve organizzare una serie di incontri con i candidati più appetibili per poi concluderli con un contratto firmato. Vediamo nel dettaglio quali sono i compiti di un reclutatore.
In primo luogo il reclutatore riceve centinaia di curricula e tra questi ne sceglie una decina, non di più: è necessario per lui poter parlare solo con i migliori, chi dimostra di avere conoscenza e competenza tale da poter essere un buon elemento per l'azienda.
Dei selezionati poi il reclutatore farà delle ricerche,tentando di capire chi sono e cosa fanno e cosa hanno fatto nelle loro precedenti esperienze di lavoro. Innanzitutto un reclutatore può decidere di chiedere conferma delle referenze nei luoghi di lavoro dove il candidato ha avuto un impiego: ecco perché sul curriculum bisogna sempre scrivere la verità, perché una bugia è facile da smascherare.
Il reclutatore, per capire anche che tipo di persone avrà di fronte, potrà sbirciare i loro profili social come Facebook, Twitter e altri social. Per evitare esclusioni date da divergenti idee politiche o simili, sarebbe più opportuno rendere i propri social privati a chi non è amico del profilo. In questo modo si può continuare a pubblicare senza problemi. Naturalmente sarebbe meglio avere un profilo pubblico che mostri il lato migliore di noi: non dico di doversi censurare ma di utilizzare i social network in modo saggio, pacato per far trapelare che abbiamo un'opinione ma che siamo comunque delle persone che sanno dialogare. Molti usano un linguaggio e un modo poco consono di dire la propria opinione: un reclutatore state sicuri che eviterà di assumere o semplicemente di chiamare a colloquio una persona con un atteggiamento negativo e aggressivo.
Infine il reclutatore, dopo quest'altra scrematura di natura social, chiamerà a colloquio i migliori che a suo parere rispondono alle esigenze dell'azienda. In quel caso tutto sta nelle mani della persona che cerca lavoro. In quel contesto il reclutatore potrà capire chi ha davanti, confermare le abilità e le conoscenze acquisite negli anni e infine, se tutto va bene, ci sarà la proposta contrattuale.

Che cosa vuole?
I reclutatori amano chi gli pone quesiti sulle politiche dell'azienda, sul lavoro e sulle possibilità di carriera mentre non amano molto parlare di compensi in denaro proprio perché sarà poi l'incontro finale, quello con il contratto sul tavolo, quello in cui si potrà parlare dello stipendio e degli altri eventuali benefit. Il reclutatore deve stupirsi della persona che ha di fronte, essere coinvolto nella storia che verrà raccontata dal candidato. Quando vi chiederà di parlare di voi e delle vostre esperienze ricordatevi la semplicità delle favole: c'è un problema e un eroe riesce a risolverlo. Ecco, questo dovete essere voi: l'eroe. Dovete dimostrare che avete le doti e le qualità per poter lavorare in quell'azienda. Non dite semplicemente "Sono una persona ordinata, precisa e responsabile.", raccontate di episodi lavorativi in cui avete salvato la situazione o se non ne avete, parlate di esperienze personali. Una ragazza che ha fatto la babysitter a bambini molto piccoli conosce bene che vuol dire essere responsabili; oppure chi ha una passione particolare conosce il significato della costanza. Avete già gli strumenti, anche se siete alla ricerca del primo impiego: dovete solo averne consapevolezza e saperli usare.

Questo è il secondo articolo che Comunicazione Ordinaria dedica a chi cerca lavoro. Come ho già detto voi siete gli strumenti per il vostro successo, dovete solo saperli esprimere nel modo migliore possibile.
Grazie per avermi letto e se vi piace condividetelo a più persone possibili.

C.O.

*Curricula è il plurale di curriculum, dunque utilizzatelo in modo corretto!

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