AnnoUno ha fatto una puntata speciale sulle famiglie omosessuali, una puntata dettata dalla confusione e dal siparietto. In uno studio televisivo, ecco al centro del palco un tao, yin e yang, bianco e nero: schierati gruppi di ragazzi anonimi, da una parte i gay e i sostenitori, dall'altra gli omofobi e i sostenitori. All'estremità Dio e Satana, il vescovo di Palestrina e Aldo Busi. Fuori dal cerchio Alba Parietti e Antonio di Pietro: la diavolessa e l'arcangelo. Dante avrebbe sicuramente creato un canto per questo teatro dell'assurdo.
Il teatrino inizia con il servizio di Luca, il personaggio della canzone "Luca era Gay" che come il nuovo Messia gira per le chiese raccontando la sua storia: era gay, ora non lo è più, è sposato, ha una figlia ed è felice. "La disgrazia può sfociare in grazia." dice Luca citando Sant'Agostino, riferendosi alla sua condizione passata di gay e alla sua condizione presente di eterosessuale. E poi Luca spiega della sua associazione che libera gli uomini gay dalla loro ferita, perché per lui essere gay vuol dire avere una ferita non curata che condiziona a tal punto la sessualità da traviarla. "Ci sono molti ragazzi che in libertà vengono nella nostra associazione che non vogliono vivere lo stile di vita gay." dice Luca. Sarebbe bello capire quale sia lo stile di vita gay perché Luca lo dice apertamente: lui era un ragazzo promiscuo, che andava con tutti, che ostentava la sua sessualità a tal punto da beccarsi l'HIV e il titolo di Mister Gay Italia. Perché per Luca gay vuol dire questo, il suo stile di vita per lui è lo stile di vita di tutti i gay. Ma continuiamo. Siamo in chiesa e Luca fa il suo discorso, così vengono fatte delle interviste a uomini e donne che della fede ne fanno una missione, che seguono le parole di Cristo e Dio.
Ecco un estratto:
"L'omosessualità sarà naturale quando due uomini riusciranno a mettere al mondo un bambino."
"E se avesse un figlio gay?"
"Gli sparo."
Al termine del servizio yin e yang iniziano a scontrarsi tra insulti, provocazioni e urla di chi evidentemente con poche argomentazioni aveva bisogno di fare sfoggio delle sue qualità acustiche. Un gallinaio pieno di prime donne, di primi uomini, di basse donne e di bassi uomini. E questo per ogni servizio che veniva lanciato dalla conduttrice, incapace di stabilire delle regole di convivenza.
"Siamo uno stato democratico o uno stato etico?" chiede Busi tentando di buttare ancora più benzina sul fuoco. "Un omosessuale ha così tante altre a cui pensare: la lotta contro l'omofobia, dei diritti civili. Una coppia omosessuale non può avere figli perché si deve realizzare." continua Busi.
Secondo Busi un omosessuale quando capisce di esserlo interrompe la sua vita, si mette la corazza ed esce a lottare, per Busi tutto il resto è fuffa, il gay per lottare per i propri diritti neanche va in bagno, non paga le bollette perché non c'ha tempo che deve organizzare il gay pride ed esce solo con i gay perché uscire con eterosessuali è un qualcosa di blasfemo.
E infine l'intervista ad una persona che conosco, che ha avuto una storia triste, quella di essere picchiato per il fatto di essere gay ma che tralascia una questione importante: prima di essere gay, una persona è un uomo. Lasciando stare il racconto della sua dichiarazione al mondo di essere gay di cui io ricordo altre circostanze, Giordano, il ragazzo intervistato, dice "Mi veniva nascosto il libro, dovevo cercarlo per la classe. Oppure mi facevano delle scritte come "frocio". Allora tra i lettori di questo articolo alzi la mano chi non ha fatto e chi non ha ricevuto mai scherzi alle scuole superiori. Ora che avete le mani ancora poggiate sul vostro mouse, alzate la mano chi di voi non ha mai detto o non ha mai ricevuto una parola sgradevole nei confronti di qualcuno. Ecco, immagino ancora nella mia mente che siate tutti con la mano sul mouse.
Il problema della puntata di AnnoUno, dei suoi attori, dei suoi servizi e della gestione del tema sta nel fatto che ogni volta non si parla di uomini (non dico donne perché le lesbiche sono state escluse dal problema dell'omosessualità), ma si parla di gay.
I gay fanno.
I gay dicono.
I gay vogliono.
Gay è una parola. L'uomo è un'esistenza, un corpo fisico, un membro della comunità civilizzata, non della comunità gay. Gli uomini gay hanno una vita, un vissuto, una storia che non deve essere per nessun motivo al mondo oggetto di discussione perché il problema non sono i diritti dei gay, sono i diritti degli uomini gay che è ben diverso. Non esiste la società gay, esiste la società. Non esiste l'omofobia, esiste la libertà di pensiero che nel momento in cui sfocia in un atto violento e criminale deve essere fermata perché non mi entra in tasca nulla se le persone la pensano come me. L'uomo non deve cercare l'approvazione ma la soluzione ai problemi che ci sono e il vero problema è che i gay non sono trattati da uomini gay ma da gay, rendendo anche il senso di una parola la cui traduzione è "gioia, allegria", dispregiativo e negativo.
L'uomo è nel mondo, l'uomo gay fa parte di tale mondo ma non è una minoranza è solo un aggettivo di un concetto universalmente più grande: uomo.
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