Utile ancora non lo so. I giornali non sono positivi a riguardo, ma di certo è uno strumento bello.
Si, lo è perché nonostante tutti i difetti dell'università con la Facoltà di Lettere è impossibile non fare autoanalisi. Anche il tipo che ci mette una decade per fare una triennale, quello che fa lettere perché non saprebbe cosa fare altrimenti e quello che l'università la odia, ogni studente di Lettere arriva ad un momento dei suoi studi, si ferma e fa autoanalisi.
L'autoanalisi per chi la pratica in maniera consapevole o meno è una delle cose più rischiose della vita. Con l'autoanalisi le certezze crollano, il viso si acciglia e la ruga di malinconia e paura si rivela agli occhi estranei.
Nonostante ciò l'autoanalisi è facile per chi la intraprende. Facile come respirare: è l'ossigeno del cervello, della psiche e delle pietre miliari della nostra vita.
Lasciare la Facoltà di Lettere non è stato poi un grande lutto: nonostante gli amici e le persone che ho incontrato, nonostante le informazioni e le nozioni che ho imparato, devo dire che l'Università mi è apparsa alquanto deludente. Eppure non si è mai stupefatti abbastanza. La mia migliore amica, divora libri, accarezza gatti ha fatto una tesi su una scrittrice di cui non sapevo neanche l'esistenza: Nathalie Sarraute. In 10 minuti di esposizione non si può conoscere un'autrice ma delle parole mi sono rimaste in testa, un pensiero abbastanza condivisibile, poetico ma allo stesso tempo reale. Durante il colloquio di laurea è stato detto che per la Sarraute non bisogna vedere il mare dall'alto ma bisogna immergersi in esso. Ed è questo particolare che più mi ha colpito.
Quante volte desideriamo un qualcosa ma "sappiamo già che non lo avremo mai"?
Quante volte rinunciamo a qualcosa perché "siamo stanchi di combattere"?
Quante volte abbiamo detto "non sono capace"?
E quante volte invece ci siamo riusciti? Parecchie.
La vita è fatta di limiti. Ve ne do atto. Le giornate portano a dei limiti estremi e tante volte la fatica prende il sopravvento. Ma questo non è importante e mi rivolgo soprattutto ai miei coetanei, a quelli che vivono nell'arrendersi e nel "tanto le cose non cambieranno mai".
Le cose cambiano se c'è volontà e coraggio.
Le cose possono cambiare quando ne hai il tempo e a 20 anni, o poco più, le cose possono cambiare.
Le cose devono cambiare quando fai il conto delle cose che uno Stato ti può dare e trovi che il risultato degli addenti è negativo.
Allora smettetela di contemplare il mare e immergetevi. C'è tempo per affogare nei problemi e nella routine: non affogatevi prima del tempo.
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