La civiltà contemporanea ha una pecca, una piaga, una rovinosa sciagura per l'essere umano.
L'estinzione è un qualcosa di naturale, l'involuzione comunicativa invece è solo figlia dei nostri comportamenti. Lentamente, presi forse da un modello televisivo sbagliato perpetuato nei personaggi dei libri dei nostri tempi, uomini e donne liberamente peccano di mancanza di onestà andando a creare situazioni spiacevoli.
Di onestà ne hanno parlato in molti nei secoli passati ma ora per quanto riguarda questa parola, immagino che il significato sia più assimilabile alla parola chiarezza. La chiarezza è una bellissima dote di cui nessuno se ne vuole vestire non sapendo che con la chiarezza tutto sarebbe molto più tranquillo e sereno, meno problematico e sparirebbero quegli stupidi fraintendimenti che mi danno ai nervi anche quando li vedo presentati in un'opera teatrale.
Con la chiarezza la situazione è diversa: nel bene o nel male si è tutti a conoscenza dei fatti nudi e crudi come vengono presentati. Non ci sono sorprese, non c'è mistero, non c'è la possibilità di farsi venire un attacco di rabbia e rovinarci la giornata per chi ha tradito la nostra fiducia, per chi non ha lasciato chiarezza, per chi non ha usato l'onestà.
Purtroppo il male non è stato esposto del tutto. Il problema rilevante sta nelle relazioni di superficie: sono le relazioni che continuano nel tempo nonostante le cose non dette, i sorrisi di circostanza e i compromessi accettati. Sono le relazioni di quelle amicizie che sono in accordo in tutto, di quegli amori che hanno un dominante e un dominato, di quelle famiglie che tutto va bene perché nessuno si ribella.
Essere onesti vuol dire dire la propria opinione e se questa viene meno, che ci chiamiamo a fare esseri umani?
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