giovedì 9 giugno 2016

Cosa è accaduto dopo l'ultima campanella

Era il 10 giugno del 2011. Ero in classe, stavo facendo la mia ultima ora di latino e quelle 12.15 tardavano ad arrivare. Alle 12 ci preparammo, aprimmo la porta e trovammo la bidella (si, lo so, si dice operatore scolastico) più emozionata di me e dei miei compagni che fissava l'orologio mentre il suo indice sfiorava il pulsante della campanella. Avete presente i minuti di attesa prima di un parto? Ecco, la sensazione era quella. Stava per succedere qualcosa, qualcosa di stupendo che avremmo ricordato e portato con noi per molto tempo.
10..9..8..7..6..5..4..3..2..1..Driiiin!
L'indice pigiava forte sul quel pulsante, forte come il battito dei cuori di tutte le persone che avrebbero sentito per l'ultima volta quel suono da studenti, perché sapevano che all'università non ci sono campanelle e che i genitori, molto spesso, fanno gli straordinari, non hanno un orario di uscita. Nel mondo reale, purtroppo, la campanella non esiste.

Corremmo tutti verso l'entrata della scuola e lì urlammo di gioia, bevemmo spumante dalla bottiglia e poi i gavettoni, le foto, le lacrime, gli abbracci e le promesse di eterna amicizia, di eterno amore. Dopo un po' di corsa a studiare per gli esami e da lì tutto ha preso velocità. Sembra come se quell'ultima campanella avesse deviato lo scorrere del tempo, una cosa che non la spiegano durante le lezioni di fisica ma che in letteratura o nei consigli dei nostri genitori l'abbiamo sentito spesso.
"Goditi quest'età che poi è un attimo.." diceva mia madre. E così è stato: in un attimo sono volati 5 anni colmi di belle esperienze, di tanti incontri e di piacevoli momenti ma anche di lavoro, di costruzione di me stesso e di esami universitari abbastanza stressanti.

E cosa ne è stato delle promesse fatte?
A distanza di 5 anni posso dire di essere felice di come sono andate le cose: le amicizie vere sono rimaste, gli amori sono finiti e tutto quello che ho imparato durante i miei 5 anni di liceo mi ha portato a fare le giuste scelte lavorative. I miei professori li sento sporadicamente e i miei compagni di classe li frequento quando posso, non tutti, chiaramente, ma le amicizie più strette sono ancora forti come erano un tempo, forse anche di più.

Quando quell'indice ha premuto il tasto della campanella, nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo dopo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che da quel momento la campana di vetro che ci ha difeso per tanti anni ha perso di valore e che da quel momento in poi avremmo dovuto cavarcela da soli. Ma se c'è una cosa che non è cambiata da quella campanella, è quel continuo sognare che spero non se ne andrà mai via e quel continuo lottare per le cose che sono importanti per noi.

Che poi è ciò che dovrebbe insegnare il liceo: lottare contro i propri limiti e contro anche gli ambienti più ostili per raggiungere i nostri obiettivi, i nostri sogni.

Nessun commento:

Posta un commento