San Valentino è una delle festività più chiacchierate dell'anno.
Supera il dibattito panettone versus pandoro, quello su dove andare a Pasquetta e soprattutto quale invito di Capodanno accettare.
A San Valentino c'è un mix di fazioni e di opinioni che manderebbe i server di Twitter nel panico.
Ad ogni modo questo San Valentino per me è iniziato venerdì sera, alle 19.30 circa: lo si percepiva nell'aria. Ero in stazione ed erano tutti intorno a me: gli innamorati in attesa delle loro metà arrivate da tutta Italia per passare un weekend d'amore.
I ragazzi erano lì ad attendere le loro dame con mazzi di fiori e grandi sorrisi.
Le ragazze erano attraenti, emozionate e con lo sguardo carico di aspettative.
Poi arrivavano a ondate, chi da Roma, chi da Napoli, chi da Bari e l'incontro era la cosa più bella: avrebbe sciolto il cuore di pietra anche del più insensibile degli esseri umani. C'erano baci, abbracci, occhi lucidi e battiti accelerati. Insomma il cliché di San Valentino era lì, forte ed evidente.
Ma nonostante questo episodio quest'anno sono stato circondato da cuori infranti, da persone ferite, da storie travagliate mentre quelle coppie stabili molto semplicemente non avevano tempo, avevano bisogno di fare una cosa veloce, semplice e diretta. Il problema qui è vario:
- da una parte ci sono quelli che odiano San Valentino perché sono single
- dall'altra quelli che sono accoppiati ma annoiati
- infine i menefreghisti che a dirla tutta, sono quelli che vivono meglio
C'è questo mito del San Valentino che porta le persone a struggersi se sono sole o a evidenziare il fatto che sia la festa degli innamorati e non dei fidanzati e questo atteggiamento è maturo quanto un casco di banane nere.
Insomma quale può essere il problema dell'essere single? Cosa ha di meno un single rispetto a una persona accoppiata? L'amore? Forse, ma anche se gli mancasse l'amore di una persona e/o per una persona, siamo sicuramente circondati da tanto amore nei nostri confronti e tanto che diamo noi agli altri, dunque l'amore non ci manca. Manca il mito dell'amore romanzato, dell'amore da favola, quello che ti fa perdere il sonno e ti fa emozionare. Manca quello ma è una possibilità di chi si sa mettere in gioco, chi gioca in difesa non può provarlo.
E allora perché struggersi?
Perché siamo ancorati a doppio filo a situazioni del passato che hanno lasciato del gusto troppo dolce nei nostri ricordi facendoci cadere in un'assuefazione da amore passato. Quando finisce una relazione solitamente si sta male per il semplice fatto che c'è una dipendenza da cui siamo affetti che deve essere sradicata. Dipendenza non solo della persona a cui eravamo legati, ma anche della persona che eravamo noi con lei. In molti credono che l'anima gemella esista e che esista per completarci. Opinioni divergenti. Io credo che sia solo una semplice scusa per coprire il fatto che non siamo risolti, non siamo apposto con noi stessi, che non siamo liberi dal passato ma consapevoli di esso. Ed è questo che rende alcune categorie di single tanto tristi:sperare di tornare ad essere di nuovo la persona che si era nella precedente relazione. Ma io non credo che questo possa accadere, perché il nostro essere in relazione ad una persona cambia a seconda della persona che abbiamo davanti.
Ecco perché è necessario slegarsi il prima possibile da una relazione passata: ogni volta che finisce un amore, un'altro è lì pronto per essere vissuto. Ma i nuovi amori hanno bisogno di spazio, non possono condividere il posto con il meraviglioso cadavere di un amore che non c'è più.
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