Succede ogni giorno, dalla mattina fino alla sera e alcuni
anche sotto le coperte. Si indossano maschere differenti, una per ogni
occasione, alle volte una per ogni persona. Si cela il proprio io, dietro a uno
strato di tessuto epiteliale che si modifica al cambiamento di ciò che gli
occhi vedono. Non è un caso e non è neanche una colpa. È molto semplicemente
sopravvivenza, saper vivere o meglio saper vivere nel mondo che ci siamo
costruiti. Si, perché pensate ai bambini il primo giorno di scuola: se non
vogliono stare lì, piangono, urlano, strillano e chiedono di essere portati il
più in fretta possibile a casa. Tra adulti non funziona così:
-la tua relatrice ti sta facendo impazzire? Le sorridi.
-il tuo partner ti sta dicendo una bugia? Fingi di credergli (poi vai a rigargli la macchina).
-il tuo amico è fidanzato con una strega? Diventi suo amico.
-il tuo partner ti sta dicendo una bugia? Fingi di credergli (poi vai a rigargli la macchina).
-il tuo amico è fidanzato con una strega? Diventi suo amico.
Attenzione, non sto parlando di falsità, sto parlando di
autoconservazione: pensate se davvero dicessimo tutto quello che proviamo
realmente anche solo per un giorno. Ci ritroveremmo licenziati, single, sul
punto di morte almeno un paio di volte e infinitamente soli. Perché parlano
tutti così male delle maschere ma sono le uniche che ci fanno galleggiare nel
sistema di socialità contemporaneo.
Ma la storia è un processo meraviglioso che rende il futuro
sempre inaspettato. E infatti al giorno d’oggi c’è sempre una situazione in cui
le maschere vengono tolte e l’essenza viene rivelata. Purtroppo non parlo di
amore, in quel caso togliere la maschera ed essere chi si è veramente è un’impresa
epica. No, parlo del mondo social in cui la maschera cade e chi non ne ha
controllo si mostra per quello che è. Ecco spuntare fuori leoni da tastiera,
ninfomani, mostri d’odio e chimere di violenza, rabbia e xenofobia. Esce infatti
il lato peggiore di ciò che c’è dietro la maschera perché in fondo lo schermo
ci protegge e quando siamo sicuri di non essere attaccabili, tiriamo fuori il
nostro lato peggiore.
E il lato migliore dove sta? Di esistere, esiste, ma quando
si manifesta? Io credo che si manifesti nelle piccole cose, nei piccoli atti d’amore
di ogni giorno. “Scrivimi quando arrivi a casa”, tenere la porta aperta a una
signora, sorridere a un bambino che ti guarda in metropolitana, rifare il
letto, “Qualcuno vuole un caffè?” e tante altre piccole occasioni per
dimostrare il lato buono degli esseri umani, di quelli che anche con la
maschera indosso riescono a sembrare meno mostri e più umani.
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