Insomma, a chi non succede di comportarsi come il protagonista del racconto di Dickens? Quante volte abbiamo pensato che il Natale che stavamo per festeggiare non sarebbe stato importante o che non sarebbe andato secondo le nostre più rosee previsioni. E raramente si pensa invece a ciò che si ha, ma ci si focalizza solo su ciò che non si ha o peggio, che si è perso. Vedete, il Natale non è che la festa della famiglia, a mio parere. E se si ha una famiglia, di sangue o di scelta, c'è il Natale. Tutto il resto è fuffa, carta, scambio di poca importanza. Se c'è la famiglia si è già fortunati, e purtroppo non tutti la pensano così, perché in pochi si fermano ad apprezzare ciò che si ha e ciò che si è, sfruttando sempre più energie a cercare altro da noi e in noi.
Una meravigliosa scusa per essere infelici.
Una meravigliosa scusa per essere infelici.
Ora voglio fare un altro gioco, simile a quello proposto nello scorso articolo. Fermatevi un attimo, prendete tempo per voi e pensate a tre momenti precisi del Natale e rispondete:
- per cosa siete felici in questo Natale?
- per cosa siete grati in questo Natale?
- per cosa siete tristi in questo Natale?
E dopo aver risposto, chiedetevi se ciò che sentite è in linea con il sentimento del Natale, se provate felicità per un qualcosa di reale e non per l'effimero, se siete grati alle giuste persone, non a quelle di passaggio, e se siete tristi per un motivo che fa male al cuore, e non perché il mondo non gira come voi volete.
Comunicazione Ordinaria si congeda, sperando che i suoi lettori possano comprendere il senso del Natale, soprattutto in questi tempi in cui non c'è più una distinzione netta tra bene e male, ma tra il mio credo e il tuo, in cui si agisce senza pensare alle conseguenze, facendosi prendere dalle persone più che dal proprio pensiero.
Ora è il tempo in cui ci si deve mettere in discussione, in cui si deve riconsiderare tutto e apprezzare ciò che si ha e lavorare per far funzionare le cose che non vanno come vorremmo, per trovare il nostro io con la consapevolezza di essere fortunati, nonostante tutte le brutture che proviamo sulla nostra pelle, perché abbiamo una vita da vivere e dobbiamo farlo tentando di avere il sorriso e prenderlo da chi ci è vicino se dovesse scomparire.
Ora è il tempo in cui ci si deve mettere in discussione, in cui si deve riconsiderare tutto e apprezzare ciò che si ha e lavorare per far funzionare le cose che non vanno come vorremmo, per trovare il nostro io con la consapevolezza di essere fortunati, nonostante tutte le brutture che proviamo sulla nostra pelle, perché abbiamo una vita da vivere e dobbiamo farlo tentando di avere il sorriso e prenderlo da chi ci è vicino se dovesse scomparire.
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