Charles Dickens ha scritto "Canto di Natale", la mia storia preferita sul Natale. Lo leggo ogni anno proprio in questo periodo ed è una tradizione che spero di non perdere mai, perché è un libro che ha molto da insegnare, molto da dire e ogni anno mi insegna qualcosa di nuovo, mi dice qualcosa che l'anno prima non avevo colto perché le pagine saranno sempre le stesse, ma io continuo a crescere.
Oggi volevo parlare di uno dei suoi personaggi, lo spirito del Natale Passato. Vedete, nel libro è un essere indefinito, senza sesso o età, un'entità tra l'umano e il sovrannaturale, il cui unico dettaglio certo è che alla cima del capo c'è una luminosa fiamma e che tiene sempre con sé un piccolo cappuccio. Il potere di questo Spirito è riuscire a far vedere al protagonista del racconto come festeggiava il Natale quando era piccolo ed Ebenizer Scrooge ricorda con gioia e nostalgia la sua vita passata. Quando torna al presente, una grande tristezza scende in lui, perché ciò che più gli manca non potrà averlo mai più: quello che è stato non può tornare e Scrooge lo sapeva bene. Ciò che infatti questo Spirito ha insegnato è che in Natale vissuto con gli occhi di un bambino è sempre amplificato e che più passa il tempo e più questo vedere e sentire il Natale diventa un banale osservare.
Voglio fare un gioco: prendete qualche minuto per voi e pensate a primi Natale che ricordate. Scavate nella vostra memoria e ricordate. Ora prendete tre aspetti di questi ricordi e confrontateli con la loro evoluzione, con quello che sono ora. Potreste così fare una valutazione e riuscire a migliorare il prossimo Natale, a renderlo più magico e se proprio il risultato non è dei migliori, avrete un incentivo in più a rendere questa festa ancora più bella.
Io intanto vi svelo i miei risultati:
I nonni
Da piccolo avevo due nonne, due nonni e una bisnonna, ora ne ho solo uno, nonno Gabriele e per quanto sia triste non vedere più mia nonna Nina fare la pasta a mano o mia nonna Maria preparare l'albero e abbellire la casa come solo lei sapeva fare, ho capito che lo loro essenza, nonostante la loro scomparsa, è rimasta e ad ogni Natale spunta sempre qualche storia su di loro e in qualche modo sembra come se fossero con noi, intorno alla nostra tavolata, che ridono con i nostri racconti.
L'ansia da regali
Sin dai miei primi ricordi sul Natale avevo l'ansia dei regali: dopo aver fatto la letterina a Babbo Natale vivevo nell'ansia che mi arrivasse il regalo sbagliato, che non ne arrivassero proprio o che da un momento all'altro mi venisse in mente un altro regalo in sostituzione a quello già chiesto. Ecco, ora è tutto tristemente deciso a tavolino e data la mia mania di controllo, da un certo punto di vista, è una situazione migliore.
Innocenza, incoscienza e fiducia
Del passato mi manca l'innocenza, l'incoscienza e la fiducia che sono tre attributi possibili solo per gli occhi di un bambino. Per me il Natale era il momento in cui tutto si poteva risolvere e tutto si poteva aggiustare. Non c'era litigio, problema o conflitto che non potesse essere messo a tacere grazie alla magia del Natale. Purtroppo ad oggi è sparita l'innocenza, l'incoscienza e soprattutto la fiducia, perché ho capito che ci sono dei problemi che non sono risolvibili con la sola fede e che fingere che nulla sia successo con il "Scambiatevi un gesto di pace" del prete, non aggiusti le cose, anzi le peggiori. Ho però imparato ad avere fiducia nelle parole, fiducia che da bambino non nutrivo assolutamente: credevo nelle feste comandate, ora credo alle azioni spontanee e da questo punto di vista posso dire che è stata una bella conquista.
Spero che questo gioco vi piaccia e che possiate condividerlo con tutte le persone che amate: sarà di buon augurio!
A presto con un nuovo gioco sul Natale!
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