sabato 29 ottobre 2016

Credici anche quando tutto è perduto

La vita è una serie di alti e di bassi, di pro e di contro, di momenti in cui tutto va bene e in altri in cui tutto sembra remare contro e in quei momenti anche la speranza di un futuro migliore diventa un ricordo sbiadito: tutto è nero e la luce sembra essere impossibile da vedere ma vi racconterò ciò che è successo, come ho fatto a vedere la luce in dei mesi in cui ero davvero circondato solo da ombre.

Ma cominciamo dal principio.

Era Gennaio e ho iniziato un nuovo lavoro pieno di entusiasmo e di speranze, vivevo con il mio migliore amico e avevo un flirt con una persona davvero speciale. L'unico problema era la distanza da casa che si faceva sentire e una situazione non facile da gestire.

Era Marzo, poi Aprile e Maggio, il lavoro iniziava a farmi sorgere domande, vivevo ancora con il mio migliore amico ma si sarebbe trasferito all'inizio dell'estate. Il mio flirt andava a concludersi, gli amici erano ossigeno e tutto quello che mi causava ansia e dolore aveva finalmente trovato risoluzione. 

Era Luglio e ho preso una decisione: dare una svolta alla mia vita professionale. Lascio il lavoro, torno a casa, studio per l'ultimo esame da dare per laurearmi a Dicembre e affrontare il mondo del lavoro di stampo internazionale. Inutile dire che la burocrazia aveva colpito e che tutti i miei piani erano andati in fumo. Così mi sono ritrovato senza lavoro, senza progetti e nel caos più totale. 

Era Settembre e ho riprogrammato tutto: me stesso, la ricerca del lavoro, i miei obiettivi. Il mio flirt era giunto a conclusione e come tutte le mie relazioni, che sono poche ma emotivamente potenti, la sua ombra tornava sempre a ricordarmi ciò che eravamo, ciò che saremmo potuti essere e ciò che non siamo stati. 

Poi è arrivato Ottobre e tutto è cambiato: ho trovato lavoro, sto curando dei progetti e mi sto dando da fare affinché tutto, almeno dal punto di vista lavorativo, abbia un seguito. E devo dire di essere soddisfatto di me stesso, per essere riuscito a sopravvivere emotivamente a questa tempesta dell'ultimo anno. 

Forse la tempesta non è ancora passata e nuove insidie si nascondono nell'ombra ma se c'è una cosa per cui non sono caduto al suolo senza forze è stato credere in me e nelle mie possibilità, è stato credere che il duro lavoro paga, anche quando così non sembra. Lo ripeterò fino allo sfinimento: tutto accade per un motivo e credo fermamente che i periodi bui servano per farti apprezzare il bello che la vita può offrire se riesci a muoverti, a non rimanere immobile e fermo, se ti circondi di possibilità e tenti di coglierne più che puoi.

Ed è per questo che la luce in fondo al tunnel non esiste: viviamo in tunnel mentali ogni giorno. Possiamo decidere solamente se illuminarli noi stessi o se lasciarci abbandonare al buio delle quotidiane difficoltà della vita. 

sabato 15 ottobre 2016

Amicizie maggiorenni, amicizie minorenni

Ieri sera ero ad una festa di compleanno: i 24 anni di una mia cara amica.
Birra, vino, tramezzini, pizzette, pasta e tante chiacchiere. Insomma, la classica festa in casa, in cui ci si rivede per aggiornarsi, stare insieme e recuperare il tempo perduto con il lavoro, lo studio e insomma, la vita di tutti i giorni.
Dicevo, ero a questa festa di compleanno, si rideva molto e il vino faceva la sua parte. Poi c'è stato il momento dei ricordi, di quando eravamo piccoli e in un attimo la verità è saltata fuori inaspettatamente: la nostra amicizia aveva compiuto 18 anni! Ed è un'amicizia fantastica, di quelle durature, che vanno avanti nel tempo anche quando il tempo non c'è.

Così tornando a casa ho ripensato all'evoluzione dell'amicizia in base alla crescita:
- quando si è bambini si è tutti amici, senza se e senza ma
- poi c'è una selezione rigorosa dettata da differenze sociali, economiche e culturali
- poi un'ulteriore selezione, che inizia dopo la maggiore età, in cui si sceglie chi è più simile a noi
- infine, tristemente, ci sono quelli che scelgono le amicizie in base a ciò che gli può essere utile nella vita

Lo so, non è sempre così, c'è chi riesce a rimanere felicemente distaccato dalle dinamiche degli adulti, ma molti invece ne rimangono intrappolati senza neanche un perché. Ma se c'è un risvolto positivo in tutta questa situazione, è che esistono le amicizie maggiorenni, le amicizie storiche, quelle che ti sono affianco anche quando non lo possono essere fisicamente, e quelle sono le migliori.

venerdì 7 ottobre 2016

Cos'è Comunicazione Ordinaria?

2 anni fa, appena laureato, mentre tentavo di capire cosa fare con la mia vita e con l'inizio della mia carriera, decisi di aprire un blog, questo blog. Da allora ci sono state tante evoluzioni, è nata una pagina Facebook e ho iniziato ad avere un seguito, un piccolo seguito e con la pagina sono evoluto io, la mia scrittura e i miei argomenti.

Ho iniziato a scrivere un libro, un romanzo per la precisione, che ha ancora molto bisogno di cure prima di uscire allo scoperto. Ora sono più coraggioso e più coraggiosa è la mia scrittura. Mi batto per i diritti degli altri, di quelli che vengono definiti diversi e che vivono situazioni di disagio. Faccio parte della schiera dei blogger che tramite la scrittura vogliono migliorare l'umore delle persone, farle riflettere su ciò che succede nella vita di ogni giorno e spero di poter aiutare più persone possibili come faccio quando me ne capita l'occasione.

Perché Comunicazione Ordinaria?

Perché sono le iniziali del mio nome, direi banalmente. Ma è più di questo: la Comunicazione avviene in ogni attimo della vita e nella società moderna è più quella non verbale che quella verbale. Oggi la Comunicazione è fatta da like, commenti, cuori e tutti gli altri mezzi di interazione social. Con questi strumenti comunichiamo ogni giorno e ogni giorno, Ordinaria(mente), possiamo migliorare o peggiorare la giornata di qualcuno. Comunicazione Ordinaria vuole fare questo: dare chance, possibilità, punti di vista a chi vede solo il buio, l'oscurità e nessuna via di fuga.

Ed è per questo che mi piace quando condividete le vostre storie con me, perché ogni storia è una vittoria e ogni vittoria diventa ancora più grande quando mi viene detto che ho scritto qualcosa che ha aiutato.

Ecco, questa è Comunicazione Ordinaria. Oggi.

Domani potrebbe essere qualcosa di ancora più bello.

sabato 1 ottobre 2016

Chi è un blogger?

Oggi è #ComunicazioneTheBlog e il primo articolo della rubrica si intitola: Chi è un blogger?

Un blogger è solitamente un ragazzo o una ragazza con la passione per lo scrivere che inizialmente si diletta a produrre contenuti in modo quasi randomico, successivamente capisce che se diventare scrittori di fama internazionale è un sogno, diventare dei blogger è una possibilità realmente realizzabile. Così tutti noi, in attesa di pubblicare il nostro primo libro, ci cimentiamo nell'arte del blogging, un'arte che se dall'esterno può sembrare una gran minchiata, dall'interno, ve lo assicuro, è una vera e propria guerra.

Si, perché non solo siamo tanti e la competizione è alle stelle, ma il web ci spinge a scrivere contenuti ogni giorno, tutti i giorni, festività comprese, con compensi abbastanza bassi e possibilità di carriera abbastanza minime, ma noi blogger lo facciamo perché ci piace scrivere, non possiamo fare altro che scrivere ma se uno scrittore dell' Ottocento basava la sua scrittura sulla fantasia e sulla propria vita, i blogger del 2016 devono basare la loro scrittura su una strategia creativa abbastanza complicata.

Wilde diceva "Nel bene o nel male, purché se ne parli." Noi blogger diciamo "Nel bene o nel male, purché qualcuno ci legga." motivo per cui alcuni blogger vendono l'anima al marketing e si fanno convincere da quella o da quell'altra azienda per pubblicizzare prodotti a cui non frega nulla né a loro, né al pubblico che vorrebbero avere. La fine della spontaneità insomma. Ma bisogna pur guadagnare dunque in un certo senso li capisco.

Essere un blogger vuol dire confrontarti ogni volta con la faccia schifata di chi ti chiede che lavoro fai, come se invece di dirgli che scrivi sul web, stessi dicendo che vendi organi al mercato nero. Ma soprattutto, i blogger combattono ogni giorno con i ghostwriters, quella categoria di scrittori che pur di pubblicare qualcosa, scrivono firmandosi col nome di altri, dando meriti a chi meriti non ne ha.

Infine ci sono i blogger puri, quelli che pubblicizzano prodotti che davvero apprezzano o che scrivono i propri libri firmandosi e pregando che qualcuno li compri. E sono quelli che apprezzo di più perché alcuni hanno come compito quello di dare valore alle persone che leggono i propri contenuti, dargli sostegno, consiglio e ausilio. Alcuni blogger sono delle vere e proprie star della filantropia, peccato che non se le fili nessuno, ma vi posso garantire, da blogger, che non c'è nulla di più bello che ricevere i messaggi di chi ti dice che in qualche modo, con la tua scrittura, l'hai aiutato a capire qualcosa, a guardare le cose da un altro punto di vista, a superare un ostacolo che forse prima sembrava insormontabile. Proprio come hanno fatto i grandi classici con le generazioni precedenti, quando i libri erano amici e consiglieri e non un peso da portarsi nello zaino.

Dunque essere un blogger è per la maggior parte dei casi pura passione e spero che dopo questo articolo, se qualcuno vi dirà che la sua professione è il blogger, possiate fare meno la smorfia schifata e possiate dirgli: "Allora sei un eroe!"