sabato 11 aprile 2015

Regole di convivenza

Da bambini guardiamo i nostri cugini più grandi e non vediamo di essere come loro: noi abbiamo 8 anni e alle feste comandate dobbiamo seguire i nostri genitori a salutare persone che abbiamo visto forse un paio di volte in quella quasi decade, loro ne hanno 16 e dopo le feste comandate escono con i loro amici. La storia continua quando noi ne abbiamo 16 e loro ne hanno 24 e hanno un lavoro, un appartamento e storie fantastiche da raccontare alle cene di famiglia mentre noi subiamo le domande sulla scuola, sull'amore e con gli amici ci si vede per parlare ancora di scuola e di amore.
Arrivato ai 22 anni, con un appartamento ad affitto bloccato, una città da esplorare e un mucchio di storie da dimenticare penso che il mio giro dei desideri è terminato e che ora non vorrei essere nessun altro se non me stesso con i miei pregi e i miei difetti.
Ma torniamo alla questione dell'appartamento. Se sei un fuori sede emancipato tutto ciò in cui credi inizierà a cedere e comincerai nuove ed interessanti esperienze che mai avresti pensato di vivere. Come oggi che per non fare la lavatrice ho seriamente pensato di uscire con il completo "Eredi Viganò" della laurea o come quando ieri sera pur di non lavare i piatti ho seriamente pensato che mangiare non fosse poi così necessario. Rassicuro la famiglia che ho fatto la lavatrice e ho lavato i piatti.
Con la vita da sexy scapolo single che attende solo che Forbes bussi alla porta offrendoti la copertina del prossimo mensile si capovolgono certi aspetti che non avevi considerato. In primo luogo esce fuori un'anima combattiva e uno spirito di sopravvivenza che forse avevo visto solo nel "Secondo Tragico Fantozzi". Poi c'è la questione amorosa e di amicizia perché bisogna necessariamente ricostruire la cerchia sociale e sebbene tu sia intenzionato a farlo le 8 del mattino all'università eliminano ogni tipo di contatto socialmente utile perché a quell'ora si dovrebbe seguire un religioso silenzio: chi parla va all'inferno.
Sul lato sentimentale è tutta una questione di luoghi: se sai dove andare e come vestirti, col giusto drink puoi fare conoscenze appetitose. Peccato poi che l'ozium letterario ha la meglio e tante volte è meglio un buon libro o una passeggiata tra amici che una caccia selvaggia.
Ma la cosa che più destabilizza un fuori sede è il coinquilino. Il mio è il fantasma dell'Opera: lui c'è quando io non ci sono, io ci sono quando lui non c'è. Una gran cosa considerando le storie di coinquilinaggio dei miei amici. Si perché c'è chi vive col fattone, chi vive con il guerriero dello sporco, chi con il maleducato e chi semplicemente ha preferito il convitto universitario: Geordie Shore legalizzato. E allora tutti quei telefilm con i coinquilini amici del cuore che escono la sera, si passano le ragazze, hanno situazioni comiche che fine hanno fatto?
Forse in America si vive così, ecco perché Michelle ha preso parte ad un flashmob, eppure chiunque sento ha un rapporto conflittuale col proprio coinquilino. Che da un certo punto di vista è meglio: meglio un rapporto più freddo che una folgorante passione: il passo dall'essere coinquilini alla convivenza sarebbe molto facile.


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