Aprile sta proseguendo con una discreta fama positiva date le belle giornate, una pasquetta senza pioggia e il ritorno del testosterone in corpo e con le belle giornate sono andato in giro a godere del sole e del suo potere benefico. Nelle mie gite tra Navigli, l'entrata di musei iper-affollati e negozi che vengono oggetti che non mi posso permettere mi sono imbattuto nel Lux, una struttura legata al nome di un noto brand di automobili la cui frase ad effetto era "Aprile vuol dire aprire". Il mio stampo umanista e latinista non ha perso tempo ed ecco che effettivamente Aprile deriva da Aprire, infinito, 3 coniugazione latina.
Aprire. Infinito. 3.
Credo che ci sia del divino in questo pastiche linguistico.
In fondo Aprile è il mese in cui tutto ha preso vita. A Marzo inizia il processo, ad Aprile il numero di persone che starnutiscono per strada presuppone che ciò che la natura ha da offrire sia ufficialmente maturo e stabile. E poi c'è la questione dell'Infinito. Quante cose pensiamo di fare con una luce del sole come questa? Quante nostre capacità ricominciano a prendere vita assopite fino ad ora dal buio, dal freddo e dalla pioggia? E infine il 3, il numero di Dio descritto dai teologi e da Dante che per quanto datato ha sempre saputo dare definizioni e informazioni nella giusta forma.
Ecco credo che Lux abbia trovato il giusto un giusto modo per poter esprimere ciò che queste tre parole possono rimandare e cioè il concetto di luce. La pubblicità è un mondo fenomenale fatto da geni della creatività, un mondo di cui nessuno sa i nomi e che creano qualcosa di più bello di uno Youtuber.
Perchè lo Youtuber potrà anche creare un momento di divertimento, ma il pubblicitario fa sognare e ricordare.
La risata termina, il sogno mai.
giovedì 16 aprile 2015
sabato 11 aprile 2015
Regole di convivenza
Da bambini guardiamo i nostri cugini più grandi e non vediamo di essere come loro: noi abbiamo 8 anni e alle feste comandate dobbiamo seguire i nostri genitori a salutare persone che abbiamo visto forse un paio di volte in quella quasi decade, loro ne hanno 16 e dopo le feste comandate escono con i loro amici. La storia continua quando noi ne abbiamo 16 e loro ne hanno 24 e hanno un lavoro, un appartamento e storie fantastiche da raccontare alle cene di famiglia mentre noi subiamo le domande sulla scuola, sull'amore e con gli amici ci si vede per parlare ancora di scuola e di amore.
Arrivato ai 22 anni, con un appartamento ad affitto bloccato, una città da esplorare e un mucchio di storie da dimenticare penso che il mio giro dei desideri è terminato e che ora non vorrei essere nessun altro se non me stesso con i miei pregi e i miei difetti.
Ma torniamo alla questione dell'appartamento. Se sei un fuori sede emancipato tutto ciò in cui credi inizierà a cedere e comincerai nuove ed interessanti esperienze che mai avresti pensato di vivere. Come oggi che per non fare la lavatrice ho seriamente pensato di uscire con il completo "Eredi Viganò" della laurea o come quando ieri sera pur di non lavare i piatti ho seriamente pensato che mangiare non fosse poi così necessario. Rassicuro la famiglia che ho fatto la lavatrice e ho lavato i piatti.
Con la vita da sexy scapolo single che attende solo che Forbes bussi alla porta offrendoti la copertina del prossimo mensile si capovolgono certi aspetti che non avevi considerato. In primo luogo esce fuori un'anima combattiva e uno spirito di sopravvivenza che forse avevo visto solo nel "Secondo Tragico Fantozzi". Poi c'è la questione amorosa e di amicizia perché bisogna necessariamente ricostruire la cerchia sociale e sebbene tu sia intenzionato a farlo le 8 del mattino all'università eliminano ogni tipo di contatto socialmente utile perché a quell'ora si dovrebbe seguire un religioso silenzio: chi parla va all'inferno.
Sul lato sentimentale è tutta una questione di luoghi: se sai dove andare e come vestirti, col giusto drink puoi fare conoscenze appetitose. Peccato poi che l'ozium letterario ha la meglio e tante volte è meglio un buon libro o una passeggiata tra amici che una caccia selvaggia.
Ma la cosa che più destabilizza un fuori sede è il coinquilino. Il mio è il fantasma dell'Opera: lui c'è quando io non ci sono, io ci sono quando lui non c'è. Una gran cosa considerando le storie di coinquilinaggio dei miei amici. Si perché c'è chi vive col fattone, chi vive con il guerriero dello sporco, chi con il maleducato e chi semplicemente ha preferito il convitto universitario: Geordie Shore legalizzato. E allora tutti quei telefilm con i coinquilini amici del cuore che escono la sera, si passano le ragazze, hanno situazioni comiche che fine hanno fatto?
Forse in America si vive così, ecco perché Michelle ha preso parte ad un flashmob, eppure chiunque sento ha un rapporto conflittuale col proprio coinquilino. Che da un certo punto di vista è meglio: meglio un rapporto più freddo che una folgorante passione: il passo dall'essere coinquilini alla convivenza sarebbe molto facile.
Arrivato ai 22 anni, con un appartamento ad affitto bloccato, una città da esplorare e un mucchio di storie da dimenticare penso che il mio giro dei desideri è terminato e che ora non vorrei essere nessun altro se non me stesso con i miei pregi e i miei difetti.
Ma torniamo alla questione dell'appartamento. Se sei un fuori sede emancipato tutto ciò in cui credi inizierà a cedere e comincerai nuove ed interessanti esperienze che mai avresti pensato di vivere. Come oggi che per non fare la lavatrice ho seriamente pensato di uscire con il completo "Eredi Viganò" della laurea o come quando ieri sera pur di non lavare i piatti ho seriamente pensato che mangiare non fosse poi così necessario. Rassicuro la famiglia che ho fatto la lavatrice e ho lavato i piatti.
Con la vita da sexy scapolo single che attende solo che Forbes bussi alla porta offrendoti la copertina del prossimo mensile si capovolgono certi aspetti che non avevi considerato. In primo luogo esce fuori un'anima combattiva e uno spirito di sopravvivenza che forse avevo visto solo nel "Secondo Tragico Fantozzi". Poi c'è la questione amorosa e di amicizia perché bisogna necessariamente ricostruire la cerchia sociale e sebbene tu sia intenzionato a farlo le 8 del mattino all'università eliminano ogni tipo di contatto socialmente utile perché a quell'ora si dovrebbe seguire un religioso silenzio: chi parla va all'inferno.
Sul lato sentimentale è tutta una questione di luoghi: se sai dove andare e come vestirti, col giusto drink puoi fare conoscenze appetitose. Peccato poi che l'ozium letterario ha la meglio e tante volte è meglio un buon libro o una passeggiata tra amici che una caccia selvaggia.
Ma la cosa che più destabilizza un fuori sede è il coinquilino. Il mio è il fantasma dell'Opera: lui c'è quando io non ci sono, io ci sono quando lui non c'è. Una gran cosa considerando le storie di coinquilinaggio dei miei amici. Si perché c'è chi vive col fattone, chi vive con il guerriero dello sporco, chi con il maleducato e chi semplicemente ha preferito il convitto universitario: Geordie Shore legalizzato. E allora tutti quei telefilm con i coinquilini amici del cuore che escono la sera, si passano le ragazze, hanno situazioni comiche che fine hanno fatto?
Forse in America si vive così, ecco perché Michelle ha preso parte ad un flashmob, eppure chiunque sento ha un rapporto conflittuale col proprio coinquilino. Che da un certo punto di vista è meglio: meglio un rapporto più freddo che una folgorante passione: il passo dall'essere coinquilini alla convivenza sarebbe molto facile.
giovedì 9 aprile 2015
Confusioni primaverili
Arrivata la primavera non si può non notare un cambiamento in noi: siamo più aperti, più felici, più nudi e più ingenui. Non so bene quale tipo di polline attacchi così le nostre convinzioni e le nostre certezze cementificate negli anni ma la primavera oltre a portare un'allergia mostruosa porta anche con sé una buona dose di feromoni. Per essere sintetici: si fanno più cazzate del solito e più velocemente del solito. Se non accadesse anche a noi sarebbe anche divertente.
Ad ogni modo tra le infinite stupidaggini che si possono fare durante l'arrivo della primavera c'è quella di risentirsi con un ex. Se vivessimo in un'altra epoca non ci sarebbe questo problema: noi vivremmo in un luogo e chi ci era vicino avrebbe vissuto in un altro, si sarebbero evitati certi posti e certe canzoni e tutto sarebbe stato più facile. Ma nella nostra epoca dove lo stalking impera sovrano e si hanno più social network che mesi di lavoro retribuiti con un regolare contratto questo non può accadere.
Possiamo bloccarci a vicenda, escluderci e perfino ignorarci per molto tempo ma arriverà sempre il modo in cui le vite di due ex torneranno ad incontrarsi. Il problema sta tutto nelle tempistiche: se sei sentimentalmente vulnerabile la cazzata è preannunciata come l'Expo, se sei sentimentalmente accasato la cazzata viene evitata ma può nascere il dubbio mentre se sei sentimentalmente pronto la cazzata è lì che aspetta solo che tu risponda in un certo modo o che parta un flirt selvaggio da far accapponare la pelle come Salvini davanti ad un campo Rom.
La primavera fa sbocciare sempre le stesse piante, sta a noi decidere quali sradicare e quali sradicare del tutto. Perché di una relazione puoi anche aver tagliato i rami ma se le radici sono abbastanza imponenti non ci mette molto a rifiorire e il fiore del male di Baudelaire ha solitamente lo stesso profumo dei riavvicinamenti tra ex.
Ecco perché in primavera non solo dovremmo armarci di cortisone contro l'allergia ma anche della certezza che chi ti fa male una volta può fartene ancora e che le minestre riscaldate sono per le persone senza speranza e tu, solitamente, di speranza ne hai da vendere. Si, la primavera potrà anche scatenare gli ormoni ma se incontri la giusta persona, non c'è ormone, ex, ricordo o orgasmo che tenga: una nuova radice sta crescendo nella tua vita ed è quella che deve essere coltivata. Per tutto il resto armiamoci di vanga, cesoie e non restauriamo ciò che non merita di essere restaurabile.
Ad ogni modo tra le infinite stupidaggini che si possono fare durante l'arrivo della primavera c'è quella di risentirsi con un ex. Se vivessimo in un'altra epoca non ci sarebbe questo problema: noi vivremmo in un luogo e chi ci era vicino avrebbe vissuto in un altro, si sarebbero evitati certi posti e certe canzoni e tutto sarebbe stato più facile. Ma nella nostra epoca dove lo stalking impera sovrano e si hanno più social network che mesi di lavoro retribuiti con un regolare contratto questo non può accadere.
Possiamo bloccarci a vicenda, escluderci e perfino ignorarci per molto tempo ma arriverà sempre il modo in cui le vite di due ex torneranno ad incontrarsi. Il problema sta tutto nelle tempistiche: se sei sentimentalmente vulnerabile la cazzata è preannunciata come l'Expo, se sei sentimentalmente accasato la cazzata viene evitata ma può nascere il dubbio mentre se sei sentimentalmente pronto la cazzata è lì che aspetta solo che tu risponda in un certo modo o che parta un flirt selvaggio da far accapponare la pelle come Salvini davanti ad un campo Rom.
La primavera fa sbocciare sempre le stesse piante, sta a noi decidere quali sradicare e quali sradicare del tutto. Perché di una relazione puoi anche aver tagliato i rami ma se le radici sono abbastanza imponenti non ci mette molto a rifiorire e il fiore del male di Baudelaire ha solitamente lo stesso profumo dei riavvicinamenti tra ex.
Ecco perché in primavera non solo dovremmo armarci di cortisone contro l'allergia ma anche della certezza che chi ti fa male una volta può fartene ancora e che le minestre riscaldate sono per le persone senza speranza e tu, solitamente, di speranza ne hai da vendere. Si, la primavera potrà anche scatenare gli ormoni ma se incontri la giusta persona, non c'è ormone, ex, ricordo o orgasmo che tenga: una nuova radice sta crescendo nella tua vita ed è quella che deve essere coltivata. Per tutto il resto armiamoci di vanga, cesoie e non restauriamo ciò che non merita di essere restaurabile.
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