lunedì 19 settembre 2016

Che prima o poi arriva, quando meno te lo aspetti

Finita l'adolescenza, l'università ed entrato nel mondo del lavoro, tra lo spavento nel conoscere il magico mondo delle bollette e il realizzare che le storie sentimentali sono un oceano i cui pesci sono sempre pochi e con qualche difetto evidente, nella testa di un nuovo adulto compaiono allarmanti necessità tra cui quella di vivere la così detta "storia seria". Ed è un dramma, un periocolosissimo dramma, perché sei abbastanza giovane da non volerti legare seriamente e nonostante ciò sei circondato da coppiette felici, sei un'amante silente dei libri e dei film a lieto fine e il tuo cinismo non supererà mai la speranza che qualcuno nel globo potrà sopportare tutte le tue stranezze da maniaco del controllo di cui sei consapevole da quando hai pronunciato per la prima volta "Mamma".

Così, se non sei accasato e punti tutto sulla carriera e sul tuo progetto di girare il mondo, più il tempo passa e più ti trovi nello stallo sentimentale del "Non ho tempo per una relazione seria" e il "Però mi piacerebbe avere qualcuno" e qui il dramma aumenta in modo esponenziale perché se da una parte vogliamo avere qualcuno accanto a noi, dall'altra la società ha stabilito che essere single non vuol dire essere un untore di malattie ma anzi, un motivo di orgoglio. E ci sta: essere single per certi versi è magnifico.

Ed ecco che arriva l'illuminazione, la svolta, la presa di coscienza: se hai un futuro da voler realizzare, il problema non è essere single, il problema è non essere innamorati.

Bingo! Cin cin! Tombola!

Quando sei impegnato e totalmente concentrato su te stesso e sulla tua vita sai che non puoi controllare tutto, ma che puoi controllare molto. In quello spicchio che non può essere controllato, c'è l'Amore, il sentimento, la passione ed è una greve presa di coscienza sapere che i sentimenti non si controllano e che se si palesano è un bel problema, perché si possono moderare i propri, ma non quelli della persona che ti accanto.

E vai a trovarla una persona di cui innamorarti e che ti ami allo stesso modo, vai a cercare nelle fratte più nascoste del mondo qualcuno che ti fa battere il cuore e che si trova nella stessa tua situazione. La statistica presuppone che quella persona non esista o che se esiste vive a circa due continenti di distanza da te e magari preso dallo stesso sconforto si è dato alle relazioni senza amore ma con compagnia mentre tu invece ti ostini a riconoscere che senza amore non ce la fai proprio a fingere che tu sia in una relazione.

E dunque cosa fare? Iniziamo a comprare gatti e gettare la spugna prima del previsto?

Assolutamente no! Iniziare o continuare a vivere aperti alla possibilità dell'Amore, cambiare posti, magari anche città, provare cose nuove, con la consapevolezza che come qualsiasi cosa nella vita, anche l'Amore tarda ad arrivare ma poi arriva, quando meno te lo aspetti.

lunedì 12 settembre 2016

Suicide Squad: LOVE&HATE

Suicide Squad è uscito nelle sale cinematografiche già da un po' ed ha fatto parlare tanto di sé, così, per capire se fosse realmente un film da vedere o una boiata astronomica, ho preso la mia Matiz verde speranza e con mia sorella siamo andati a vederlo ieri sera. Inutile dire che mia sorella fosse davvero eccitata per il grande evento perché le sue amiche hanno amato il film e il personaggio di Harley Quinn è divenuto famosissimo tra le teenagers. Ad ogni modo, dopo aver visto il film non ho potuto che trovare elementi positivissimi ed elementi negativissimi riassunti in questi sei punti:

- Il cast e i personaggi di Suicide Squad sono pazzeschi! Non c'è un personaggio che non sia stato sviluppato alla perfezione: Joker, Harley Quinn, June Moore e tutti gli altri, sono davvero curati nei minimi dettagli. L'interpretazione è davvero convincente e la storia di ognuno di loro è credibile e totalmente empatica.

- La storia dell'Incantatrice è molto bella, davvero unica nel suo genere. Peccato non c'entrasse nulla con il resto del film. Suicide Squad è formato da ottimi protagonisti ma che vivono un'avventura che a mio parere è davvero campata in aria. Coloro che formano la Suicide Squad sono "metaumani" che lottano contro una dea di 6000 anni rinchiusa in un'urna dagli uomini primitivi che le si sono ribellati. Mmmm...non mi convince..

- Il personaggio di Harley Quinn piace così tanto perché è in fondo quello che molti vorrebbero diventare: una persona che dopo anni di impegno e di presa di responsabilità, torna a provare la libertà, l'ebbrezza del rischio, la passione che solitamente si spegne per via della routine. Harley Quinn è il mito di chi vede il tempo scorrere e le giornate farsi sempre più impegnative.

- In questo film manca una colonna sonora che possa essere ricordata: la musica ha uno spazio poco rilevante mentre in un film del genere ci si aspetta di uscire dalla sala con in testa un ritornello cantato da Jared Leto che ti insegue fino a quando non si va a letto.

- I cattivi a me piacciono e soprattutto le ragioni che li hanno trasformati in mostri a sangue freddo. Le storie dei super antagonisti sono eccezionali e le loro psicologie sono dannatamente complesse ma comprensibili. Deadshoot e El Diablo hanno storie diverse ma con un particolare in comune: entrambi, schiacciati da una società che non li comprende, tentano di trovare la felicità, nel modo sbagliato, è chiaro, ma nell'unico modo che la società gli ha permesso di trovarla.

- Il finale è deludente o ci sarà un sequel? Non lo sappiamo, per il momento. Ma per come è finito il film, l'amaro in bocca resta perché in un mondo in cui i cattivi vivono nella bambagia e i buoni non riescono a trovare la loro strada, vedere come la loro rendenzione non abbia portato a nulla mi ha parecchio infastidito. Inutile dire che spero nel sequel!

La mia review di Suicide Squad è terminata: voi, cosa ne pensate?