Amatrice è stata distrutta da un terremoto e qualcosa dopo aver saputo la notizia è cambiato: sembra che sia impossibile non voler sapere come si sta evolvendo la situazione, quali famiglie si siano salvate e quali invece vivono nel dolore. Sembra impossibile non gioire ogni volta che si annuncia che qualcuno è stato salvato e sembra impossibile non divenire tristi ogni volta che si annuncia l'ormai crescente numero di persone che ha perso la vita. Ciò che è avvenuto è un dramma, una tragedia che rende amaro anche un momento di gioia perché quando viene estratto qualcuno dalle macerie la domanda che ci si pone è: ha ancora una famiglia o è l'unico sopravvissuto? E sono molti i bambini orfani, i genitori senza più figli e le vedove e i vedovi che hanno continuato a vivere. Una tragedia del genere rende può rendere la vita una lenta agonia.
Ma se c'è un risvolto positivo in tutta questa situazione è vedere come si è mobilitata l'Italia intera e il mondo per affrontare questa tragedia. Sono tanti gli eventi di beneficenza, le raccolte fondi, gli aiuti inviati sul posto della tragedia per arginare il disagio, la paura, la morte che miete vittime ogni minuto. C'è del bello nel sapere che chi può ha dato una mano.
Eppure, nonostante la morte sia la protagonista in questa vicenda, hanno preso spazio anche gli sciacalli o come li chiamo io "le persone che non hanno sofferto abbastanza". Perché quella è l'unica giustificazione che posso dargli, quella di aver vissuto una vita perfetta, lontana dal dramma della morte e della disperazione per poter provare misericordia nei confronti di questa tragedia. Sono quelli che invece di agire in favore dei terremotati o restando rispettosamente in silenzio, credono che sia Dio ad aver voluto questa tragedia e quelli che paragonano due tragedie come questa e quella degli immigrati che scappano dalle guerre e con una superficialità diabolica giudicano quale tragedia sia peggiore, quale popolo sia migliore e decidono, come fossero davvero Dio, chi debba essere aiutato.
Ecco, queste persone sono quelle che non hanno sofferto abbastanza, che non hanno mai subito un lutto, che non conoscono il vuoto che porta la morte di una persona vicina. Perché non c'è altra soluzione. Non si può semplicemente dire che siano stupidi, perché non si tratta di stupidità, ma di assenza di compassione, di empatia e di sensibilità che è quella che poi scatena le guerre, le repressioni e le violenze.
Sono queste le persone che più di tutte hanno bisogno di essere ad Amatrice in questo momento, quelle che più di tutte hanno bisogno di conoscere il dramma della morte e della disperazione, perché sono loro che portano alla rovina un paese e nel peggiore dei casi, un mondo intero. E siamo noi invece, che dobbiamo arginarli, evitarli e lasciarli a loro stessi. Forse in questo caso conoscerebbero almeno il senso dell'abbandono e forse, qualcosa potrebbe smuoversi nelle loro carcasse senza anima.
venerdì 26 agosto 2016
giovedì 4 agosto 2016
Coming out: storia di V.
La storia di V. mi riguarda personalmente, è una mia amica che conosco da molto tempo e ha fatto il suo primo coming out con me. Per chi non sapesse cosa sia il coming out, ve lo spiego brevemente: coming out è il termine utilizzato per definire la dichiarazione di omosessualità di una persona ad un'altra. "Sono omosessuale." è la frase che più si teme di dire alla propria famiglia e ai propri amici. "Sono omosessuale." è una frase che in Italia e nel mondo può portare anche alla morte se non si vive in un contesto famigliare aperto e civile.
La storia di V. è una storia abbastanza triste. V. ha fatto coming out con i suoi amici e per tutti noi non è cambiato niente, anzi, abbiamo voluto conoscere la sua ragazza e stare insieme a loro per conoscere un lato di V. che fino a quel momento era rimasto celato portandole angoscia e paura.
Poi V. ha voluto parlarne anche con la famiglia e da quel momento V. vive in una situazione di ricatto e terrore. Non parlo dei calci ricevuti una volta aver dichiarato la sua vera natura, o dei silenzi da parte della donna che l'ha messa al mondo ma parlo del ricatto della madre di togliersi la vita se V. avesse continuato a vivere la sua relazione.
Ma V. ama e non ha lasciato la sua ragazza, ma la vede di nascosto, clandestinamente e ogni volta che torna a casa sono urla e terrore. V. non merita questa vita, nessuno la merita. Nessuno merita di essere denigrato e angosciato solo per la sua natura sessuale. Non dovrebbero esistere situazioni come quella di V.
Ora V. non vede l'ora di finire gli studi, impacchettare la sua roba e dire addio alla famiglia che le sta facendo vivere l'inferno. V. ha paura di stare in casa perché potrebbe succederle qualcosa se desse anche una semplice risposta sbagliata, V. ha paura di uscire perché poi dovrebbe ritornare e pagare le conseguenze di quell'uscita, V. è vittima di omofobia da parte della sua famiglia.
La storia di V. l'ho voluta raccontare per far sì che venga conosciuta la condizione in cui vivono moltissimi giovani omosessuali in Italia ed è per questo che chi è contro le leggi e le riforme contro l'omofobia, non capisce che esiste gente che in casa propria non fa altro che piangere dal terrore. E se non si è al sicuro a casa propria, non ci si sente al sicuro da nessuna parte.
La storia di V. è una storia abbastanza triste. V. ha fatto coming out con i suoi amici e per tutti noi non è cambiato niente, anzi, abbiamo voluto conoscere la sua ragazza e stare insieme a loro per conoscere un lato di V. che fino a quel momento era rimasto celato portandole angoscia e paura.
Poi V. ha voluto parlarne anche con la famiglia e da quel momento V. vive in una situazione di ricatto e terrore. Non parlo dei calci ricevuti una volta aver dichiarato la sua vera natura, o dei silenzi da parte della donna che l'ha messa al mondo ma parlo del ricatto della madre di togliersi la vita se V. avesse continuato a vivere la sua relazione.
Ma V. ama e non ha lasciato la sua ragazza, ma la vede di nascosto, clandestinamente e ogni volta che torna a casa sono urla e terrore. V. non merita questa vita, nessuno la merita. Nessuno merita di essere denigrato e angosciato solo per la sua natura sessuale. Non dovrebbero esistere situazioni come quella di V.
Ora V. non vede l'ora di finire gli studi, impacchettare la sua roba e dire addio alla famiglia che le sta facendo vivere l'inferno. V. ha paura di stare in casa perché potrebbe succederle qualcosa se desse anche una semplice risposta sbagliata, V. ha paura di uscire perché poi dovrebbe ritornare e pagare le conseguenze di quell'uscita, V. è vittima di omofobia da parte della sua famiglia.
La storia di V. l'ho voluta raccontare per far sì che venga conosciuta la condizione in cui vivono moltissimi giovani omosessuali in Italia ed è per questo che chi è contro le leggi e le riforme contro l'omofobia, non capisce che esiste gente che in casa propria non fa altro che piangere dal terrore. E se non si è al sicuro a casa propria, non ci si sente al sicuro da nessuna parte.
lunedì 1 agosto 2016
3 aperitivi per 3 tipologie di relazioni
Come al solito quando torno dalle vacanze tento di organizzarmi tra il lavoro, la famiglia e le responsabilità per vedere i miei amici e tentare di combinare i miei impegni con i loro non è una cosa affatto facile perché superati i 20 anni, senza famiglia, figli, lavoro e bollette da pagare, è molto più dura di quando si hanno tutte queste cose. Noi siamo alla continua ricerca di un lavoro ben pagato, di una relazione che non richiede alcol, di una persona da poter presentare alla tua famiglia e di soldi per poter realizzare i nostri progetti.
Ad ogni modo in questi giorni ho incontrato un po' di amici e abbiamo fatto un resoconto degli ultimi mesi e sono uscite fuori situazioni sentimentali alquanto interessanti.
Aperitivo n.1 Crema di caffè
Quando esci da una relazione che è durata per un numero oltraggioso di giorni, in cui hai speso giovinezza e amore senza alcun tipo di protezione, ritrovare una persona decente con cui passare il tempo è una fatica di Ercole. Perché in giro la piazza è gremita di single attraenti e dal buon carattere solo che trovarli non è compito facile e quando pensi di aver trovato una persona con cui potresti passare almeno una serata semi-romantica, tutto va in malora perché ciò che sembra ottimo sulla carta si rivela essere una persona impacciata, nervosa, nevrotica e soprattutto senza alcuna intenzione di prendere iniziativa.
Aperitivo n.2 Caffè macchiato freddo
C'è, esiste, è normale e pure intraprendente. Notte di fuoco, cena deliziosa e musica orecchiabile. Corpi che si avvolgono, gemiti, gocce di sudore e poi doccia finale. E dopo mesi a flirtare e una serata niente male, ti accorgi che no, non è scattato nulla. Pura attrazione fisica e intellettuale. Neanche i sapiosessuali saprebbero dare una risposta a tale dilemma ma è scientificamente dimostrato che anche il migliore degli appartamenti non regala la scintilla, la chimica, l'emozione di dire "Non vedo l'ora di farlo ancora."
Aperitivo n.3 Coca-cola con ghiaccio
Tutti abbiamo un passato, cicatrici e giorni da dimenticare, ma soprattutto tutti abbiamo giorni da raccontare e quando si tratta di relazioni finite, allora i giorni da raccontare si trasformano in cena di 3 ore, caffè e cocktail per mandare giù tutto ciò che si è detto. Dunque quando si tratta di relazioni finite bisogna sempre riunirsi e raccontare ogni minimo dettaglio, condividere, raccontare per due motivazioni basilari:
- trovare nuovi motivi per avere ragione e non passare per pazzo furioso
- trovare nuove sfaccettature della relazione che vivendole in prima persona non troveresti mai
Ma ora è estate, dunque il passato lo mettiamo sotto il tappeto, prendiamo i nostri amici e continuiamo con i nostri aperitivi, con le serate da ricordare e da dimenticare e poi, con calma, quando avremo tempo, prenderemo ciò che abbiamo messo sotto il tappeto e gli daremo una bella sistemata. Senza buttare nulla, perché il passato serve, lo sistemiamo in modo tale che non faccia spazio, che non ingombri troppo ma che ci ricordi qualcosa che merita di essere ricordato.
Ad ogni modo in questi giorni ho incontrato un po' di amici e abbiamo fatto un resoconto degli ultimi mesi e sono uscite fuori situazioni sentimentali alquanto interessanti.
Aperitivo n.1 Crema di caffè
Quando esci da una relazione che è durata per un numero oltraggioso di giorni, in cui hai speso giovinezza e amore senza alcun tipo di protezione, ritrovare una persona decente con cui passare il tempo è una fatica di Ercole. Perché in giro la piazza è gremita di single attraenti e dal buon carattere solo che trovarli non è compito facile e quando pensi di aver trovato una persona con cui potresti passare almeno una serata semi-romantica, tutto va in malora perché ciò che sembra ottimo sulla carta si rivela essere una persona impacciata, nervosa, nevrotica e soprattutto senza alcuna intenzione di prendere iniziativa.
Aperitivo n.2 Caffè macchiato freddo
C'è, esiste, è normale e pure intraprendente. Notte di fuoco, cena deliziosa e musica orecchiabile. Corpi che si avvolgono, gemiti, gocce di sudore e poi doccia finale. E dopo mesi a flirtare e una serata niente male, ti accorgi che no, non è scattato nulla. Pura attrazione fisica e intellettuale. Neanche i sapiosessuali saprebbero dare una risposta a tale dilemma ma è scientificamente dimostrato che anche il migliore degli appartamenti non regala la scintilla, la chimica, l'emozione di dire "Non vedo l'ora di farlo ancora."
Aperitivo n.3 Coca-cola con ghiaccio
Tutti abbiamo un passato, cicatrici e giorni da dimenticare, ma soprattutto tutti abbiamo giorni da raccontare e quando si tratta di relazioni finite, allora i giorni da raccontare si trasformano in cena di 3 ore, caffè e cocktail per mandare giù tutto ciò che si è detto. Dunque quando si tratta di relazioni finite bisogna sempre riunirsi e raccontare ogni minimo dettaglio, condividere, raccontare per due motivazioni basilari:
- trovare nuovi motivi per avere ragione e non passare per pazzo furioso
- trovare nuove sfaccettature della relazione che vivendole in prima persona non troveresti mai
Ma ora è estate, dunque il passato lo mettiamo sotto il tappeto, prendiamo i nostri amici e continuiamo con i nostri aperitivi, con le serate da ricordare e da dimenticare e poi, con calma, quando avremo tempo, prenderemo ciò che abbiamo messo sotto il tappeto e gli daremo una bella sistemata. Senza buttare nulla, perché il passato serve, lo sistemiamo in modo tale che non faccia spazio, che non ingombri troppo ma che ci ricordi qualcosa che merita di essere ricordato.
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