SPOILER HERE!!!
Sono nato nel 1992, sono cresciuto con Harry Potter e ho passato svariate notti a leggere le storie di Harry, Ron, Hermione e Voldemort che a scriverlo mi si accappona la pelle perché come tutti i veri fan, il suo nome non può essere scritto ed è chiamato Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato. La pena? Vederlo apparire di fronte a te ed essere ucciso dal suo Avada Kedavra!
Ma lasciamo perdere le paure per un personaggio che ha fatto la storia della letteratura per l'infanzia e parliamo di Harry Potter e la maledizione dell'Erede, l'ottavo libro della saga.
Innanzitutto non è un romanzo ma un copione e questo non è un elemento a favore dell'opera vista l'abilità eccelsa di scrivere di J.K.Rowling. Constatato questo, passiamo alla storia: si svolge tutto 19 anni dopo la fine della Guerra di Hogwarts, una guerra che ha dato vita a leggende ma che ha visto la morte operare più del previsto. Molti sono caduti in battaglia e i vincitori portano con loro le ferite di quei giorni. I nostri personaggi più amati sono tutti dei simpatici quarantenni e hanno tutti carriere sfolgoranti: Hermione è Ministro della Magia. Harry ne dirige un'ala, Ron lavora al negozio di scherzi con il gemello sopravvissuto. I loro figli sono tutti a Hogwarts e portano con loro il peso di essere gli eredi degli eroi. Draco, invece, nonostante sia passato dalla parte dei buoni, non ha vita facile: sua moglie è morta prematuramente e loro figlio, Scorpius, non sembra proprio assomigliare alla stirpe dei Malfoy.
Tutto procede per il meglio in questi 19 anni di assenza e Voldemort è rimasto un oscuro e spaventoso ricordo del passato ma a un tratto, dopo 19 anni, la cicatrice a forma di saetta di Harry torna a bruciare e il pericolo sembra essere tornato. In una serie di sconvolgenti viaggi nel tempo che potrebbero cambiare il corso del presente e del futuro, i maghi che hanno fatto la storia tornano a vincere nuovamente scovando un ultimo e inquietante segreto di Lord Voldemort: nei suoi anni di oblio ha generato un'erede che tenterà di portarlo in vita.
Ecco, la trama è conclusa e devo dire che in linea di massima la Rowling ha mostrato nuovamente la sua genialità. Peccato che la sua memoria sia un po' arrugginita e abbia scritto parecchi momenti di confusione all'interno del libro, momenti che vengono prontamente smascherati da un fan della saga. Ma non è tanto questo il problema, a mio avviso, di questo libro: il vero problema sta nella fattibilità dei fatti: quando avrebbe potuto Voldemort avere una figlia? Quando Bellatrix avrebbe avuto una gravidanza se è rimasta rinchiusa per anni ad Azkaban? Come ha vissuto questa erede e perché mai non è spuntata fuori prima?
Queste sono le domande senza risposta del romanzo, domande che, probabilmente, rimarranno silenti.
venerdì 11 novembre 2016
sabato 5 novembre 2016
Recensione: 8 pericolose, simpatiche, donnette
Ieri sera a San Cesareo, al teatro comunale, è andato in scena il dramma dal sapore assolutamente humor scritto dal Salvino Lorefice, autore siciliano che ha contribuito alla diffusione dell'arte teatrale italiana contemporanea. Lo spettacolo "8 pericolose, simpatiche, donnette" diretto da Claudio Tagliacozzo e Micaela Sangermano è risultato essere uno spettacolo piacevole e di intrattenimento, nonostante alcune delle protagoniste calpestavano per la prima volta il palco davanti a un vero e proprio pubblico. Tre delle protagoniste infatti sono le allieve dell'Accademia teatrale gestita dall'Associazione "Marionette Senza Fili" diretta da Claudio Tagliacozzo.
8 le protagoniste, come dicevo, 3 ex neofite, ormai propriamente attrici, 5 invece, con qualche esperienza passata sul palco. Un mix di esperienze e storie che ha permesso un'ottima riuscita di uno spettacolo evidentemente non facile. Il testo è evidentemente difficile, i personaggi anch'essi complicati: 8 donne con 8 storie diverse, con 8 diverse psicologie e con 8 differenti ruoli che non sono totalmente chiari neanche alla conclusione dell'opera.
La domanda è una: cos'è la morte?
La risposta? Interessante. "Un semplice passaggio per poi tornare a vivere?" si chiede Annetta. Forse questo o forse la fine, non ci è dato saperlo, per il momento. Ciò che sicuramente sappiamo è che lo spettacolo è da vedere: tornando a casa, queste domande sul senso della vita e della morte, le storie di queste pericolose assassine, il monologo sulla differenza Anima/Spirito e tanti altri momenti, vi faranno riflettere in modo coercitivo sul vostro vissuto.
Ma parliamo delle protagoniste:
Luisa, interpretata da Ambra Baroncelli, è "un'ex attrice fallita" colpevole di diversi omicidi, una bambina nel corpo di una donna la cui unica passione non è che la recitazione, il cui unico punto debole non è che l'ambizione.
Caterina, interpretata da Anna Lulli, è una ragazza vissuta in povertà che offriva il suo corpo in cambio di preziosi oggetti d'antiquariato non da vendere, ma da possedere.
Sara, interpretata da Cesidia Ferrante, ha l'hobby del giardinaggio; ha scoperto che il corpo umano può essere il migliore dei fertilizzanti: una donna che è stata amata un po' poco?
Palmira, interpretata da Chiara Cecchetti, è il personaggio misterioso di tutta l'opera: nessuno conosce la sua storia, e purtroppo tutti conoscono le sue barzellette.
Giulietta, interpretata da Dana Cornacchia, è un'astrologa, una visionaria o meglio, così vorrebbe far credere; in realtà è solo una donna a caccia del riconoscimento di un talento che non ha mai avuto.
Maria, interpretata da Ilaria Capitelli, è la più pazza di tutte o forse solo quella la cui pazzia è più evidente: tenta di trovare il modo migliore per suicidarsi, senza ricordare che tanto lo scopo è sempre lo stesso.
Jenni, interpretata da Linda Salvi, è la cameriera, governante, detective: insomma, comanda lei. Non si conosce la sua storia ma si capisce il suo ruolo, lei vigila su quelle donnette o forse è semplicemente una di loro?
Annetta, interpretata da Stefania Donati, è invece la spiritista, quella in contatto con l'aldilà. Il suo ruolo è centrale in questo dramma, la sua storia una delle più inquietanti.
Presentante le protagoniste, ora avete tutti i più validi motivi per andarlo a vedere a teatro: non si ride solamente e ci si spaventa quanto basta, ma si riflette una volta a casa che, a mio parere, è l'unico aspetto che divide gli spettacoli di qualità da quelli che si sarebbe fatto anche a meno di vedere.
8 le protagoniste, come dicevo, 3 ex neofite, ormai propriamente attrici, 5 invece, con qualche esperienza passata sul palco. Un mix di esperienze e storie che ha permesso un'ottima riuscita di uno spettacolo evidentemente non facile. Il testo è evidentemente difficile, i personaggi anch'essi complicati: 8 donne con 8 storie diverse, con 8 diverse psicologie e con 8 differenti ruoli che non sono totalmente chiari neanche alla conclusione dell'opera.
La domanda è una: cos'è la morte?
La risposta? Interessante. "Un semplice passaggio per poi tornare a vivere?" si chiede Annetta. Forse questo o forse la fine, non ci è dato saperlo, per il momento. Ciò che sicuramente sappiamo è che lo spettacolo è da vedere: tornando a casa, queste domande sul senso della vita e della morte, le storie di queste pericolose assassine, il monologo sulla differenza Anima/Spirito e tanti altri momenti, vi faranno riflettere in modo coercitivo sul vostro vissuto.
Ma parliamo delle protagoniste:
Luisa, interpretata da Ambra Baroncelli, è "un'ex attrice fallita" colpevole di diversi omicidi, una bambina nel corpo di una donna la cui unica passione non è che la recitazione, il cui unico punto debole non è che l'ambizione.
Caterina, interpretata da Anna Lulli, è una ragazza vissuta in povertà che offriva il suo corpo in cambio di preziosi oggetti d'antiquariato non da vendere, ma da possedere.
Sara, interpretata da Cesidia Ferrante, ha l'hobby del giardinaggio; ha scoperto che il corpo umano può essere il migliore dei fertilizzanti: una donna che è stata amata un po' poco?
Palmira, interpretata da Chiara Cecchetti, è il personaggio misterioso di tutta l'opera: nessuno conosce la sua storia, e purtroppo tutti conoscono le sue barzellette.
Giulietta, interpretata da Dana Cornacchia, è un'astrologa, una visionaria o meglio, così vorrebbe far credere; in realtà è solo una donna a caccia del riconoscimento di un talento che non ha mai avuto.
Maria, interpretata da Ilaria Capitelli, è la più pazza di tutte o forse solo quella la cui pazzia è più evidente: tenta di trovare il modo migliore per suicidarsi, senza ricordare che tanto lo scopo è sempre lo stesso.
Jenni, interpretata da Linda Salvi, è la cameriera, governante, detective: insomma, comanda lei. Non si conosce la sua storia ma si capisce il suo ruolo, lei vigila su quelle donnette o forse è semplicemente una di loro?
Annetta, interpretata da Stefania Donati, è invece la spiritista, quella in contatto con l'aldilà. Il suo ruolo è centrale in questo dramma, la sua storia una delle più inquietanti.
Presentante le protagoniste, ora avete tutti i più validi motivi per andarlo a vedere a teatro: non si ride solamente e ci si spaventa quanto basta, ma si riflette una volta a casa che, a mio parere, è l'unico aspetto che divide gli spettacoli di qualità da quelli che si sarebbe fatto anche a meno di vedere.
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